Torino,
29 gennaio 2018 Comunicato
stampa
Legambiente presenta Mal’Aria 2018, il dossier annuale
sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane
Smog, Torino e
Alessandria sul podio delle più inquinate. In Piemonte 16 Comuni su 44 continuano ad ignorare il protocollo antismog
Legambiente:
“Misure drastiche o arriveranno le sanzioni UE”
La gravità dell'inquinamento atmosferico e
la mancanza di progressi soddisfacenti richiedono risposte efficaci e
tempestive che devono essere adottate e attuate senza indugi ulteriori. Con
queste motivazioni la Commissione
Europea ha convocato martedì 30
gennaio i ministri dell’Ambiente di 9 Stati membri (Repubblica Ceca,
Germania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Regno Unito)
che hanno a loro carico diverse procedure
di infrazione per il superamento dei limiti concordati di inquinamento
atmosferico. In pratica un ultimatum: se l’Italia non darà le adeguate
garanzie, la Commissione non avrà altra scelta se non quella di procedere con azioni
legali, come già fatto nei confronti di altri due Stati membri, rinviando il
nostro Paese alla Corte di Giustizia europea.
“Se non si cambierà passo adottando misure
davvero drastiche ed efficaci anche il Piemonte sarà chiamato a pagare pro
quota pesanti sanzioni europee. Tutte risorse che si sarebbero potute spendere
e potrebbero essere ancora spese per rendere meno insostenibile la mobilità
urbana, primo imputato della coltre di smog che soffoca le nostre città -dichiara Fabio Dovana, presidente di
Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Siamo ancora in attesa che la
Regione, dopo più di 3 anni di gestazione, approvi il nuovo “Piano regionale
antismog” e che tanti sindaci, anziché fare la danza della pioggia,
recepiscano le seppur limitate misure previste dal protocollo padano antismog e
attuino a livello locale provvedimenti strutturali a favore di una mobilità
nuova”.
A novembre 2017 erano una larga
maggioranza le città del Piemonte che non si erano ancora adeguate al
protocollo interregionale (29 comuni su 44) e che avrebbero dovuto fare proprio
entro il 30 ottobre 2017 il primo pacchetto di misure previste dall’accordo
siglato tra le regioni del Nord Italia e recepito, tardivamente, dalla Regione
Piemonte lo scorso 20 ottobre. Ad oggi i comuni
inadempienti sono scesi a 16
nonostante l’emergenza costante per tutto il periodo invernale. Soltanto
Torino, nel recepire il protocollo interregionale, ha deciso di estendere i
provvedimenti antismog anche ai veicoli diesel Euro5 ma non è stata seguita da
nessun altro Comune piemontese. Nel capoluogo inoltre sono entrati in servizio
20 nuovi autobus elettrici da 12 metri prodotti dall’azienda cinese BYD.
Notizia positiva a cui ha però fatto seguito l’annuncio di un imminente bando
per l’acquisto di 178 nuovi autobus urbani non elettrici: 74 autobus con
alimentazione a gasolio e 40 autobus a metano, a cui potrebbero aggiungersi
ulteriori 51 autobus a gasolio e 13 a metano. Una scelta questa che
indubbiamente consentirà di ridurre considerevolmente l’età media del parco
circolante, ma che in termini di combustibili guarda al passato e non al
futuro.
Dal report Mal’Aria emerge che, nel 2017 in ben 6 capoluoghi piemontesi su 8 è stato superato, almeno in una
stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35
giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50
microgrammi/metro cubo. Le città della nostra regione conquistano le non ambite
prime posizioni della classifica nazionale: Torino (stazione Grassi) guida la classifica con il record negativo
di 112 giorni di livelli di
inquinamento atmosferico illegali; segue Cremona con 105; Alessandria (D’Annunzio) con 103;
Padova con 102 e Pavia con 101 giorni. Asti
(Baussano) fa registrare il sesto peggior dato nazionale con 98 giorni di
superamento, seguita da Vercelli
(Gastaldi) diciannovesima con 82 sforamenti, Novara (Roma) ventitreesima con 72, Biella (Lamarmora) trentadueesima con 46 giorni oltre i limiti. E il 2018 non è iniziato meglio: Torino
(Rebaudengo) ha già toccato quota 17 sforamenti, Asti (Baussano) 13,
Alessandria (D’Annunzio) 9, Vercelli (Gastaldi) 7.
Il confronto con le città europee – Mal’Aria 2018 contiene inoltre un focus
“Che aria tira in città: il confronto con
i dati europei” dal quale emerge che le principali città italiane sono tra
le più critiche a livello europeo per quanto riguarda l’inquinamento
atmosferico, secondo i dati elaborati da Legambiente a partire dall’ultimo report del 2016 dell’Organizzazione
mondiale della Sanità. L’associazione ambientalista ha confrontato le medie
annuali di PM10 di 20 grandi città di Italia, Spagna, Germania, Francia, e
Regno Unito (dati 2013). I valori
peggiori relativi alla concentrazione media annuale di polveri sottili (PM10)
si registrano proprio a Torino con 39
microgrammi/metrocubo di PM10, seguita da Milano (37) e Napoli (35), che
primeggiano sulle sorelle europee come Siviglia, Marsiglia e Nizza dove invece
si registra una concentrazione media annuale di PM10 di 29 μg/mc. Negli anni
successivi al 2013, la situazione delle città italiane non è migliorata: la
media annuale di PM10 a Torino è stata di 35 microgrammi/mc nel 2014, 39 nel
2015, 36 nel 2016 e 43 nel 2017.
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Su https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/malaria-2018 il rapporto di
Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane: Mal’Aria 2018. L’Europa chiama, l’Italia
risponde?
Ufficio
stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806
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