lunedì 30 novembre 2015

APPELLO DEI RICORRENTI CONTRO IL TERZO VALICO

APPELLO

UN AIUTO ALL'OPPOSIZIONE AL TERZO VALICO

Il Terzo Valico dei Giovi è un progetto di linea ad alta velocità tra Genova e Tortona, che prevede un tunnel di 39 km sotto l'Appennino, con un costo di 6,2 miliardi di euro, di cui non esiste una valida analisi costi-benefici.
L'opposizione all'opera si è finora manifestata in varie forme come quella legale, che recentemente ha visto il pronunciamento del TAR del Lazio nei confronti dei ricorsi presentati dalle associazioni Amici Delle Ferrovie e dell'Ambiente e Pro Natura e da 15 abitanti della zona.
L’esito negativo della sentenza, arrivata dopo sette mesi, ci ha lasciato molto perplessi sia per il modo in cui sono state respinte le nostre argomentazioni sia per la condanna al pagamento delle spese di lite, determinate in 4000 euro.
In particolare non condividiamo il modo in cui sono state valutate la questione amianto e quella idrogeologica con la piena accettazione delle giustificazioni addotte dal Co.civ. (Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, General Contractor dell'opera) senza, per conto nostro, un approfondimento dei temi così rilevanti, come sta venendo alla luce in questi giorni a seguito delle considerazioni delle Arpa Piemonte e Liguria sui rischi per l'amianto. Le modalità utilizzate finora dal Co.civ. secondo le due Arpa, comportano un margine di errore fino al 98%.
E' grave il pericolo che si corre in queste zone per quanto riguarda le fonti che alimentano gli acquedotti dei comuni di Arquata Scrivia, Gavi, Serravalle Scrivia, Novi Ligure e Pozzolo Formigaro.
In conclusione ci pare che questa sentenza sia una sorta di celebrazione dell’indiscutibile corretta esecuzione dell’opera da parte del Co.civ. (anche se i fatti dicono il contrario), ma soprattutto un atto di scoraggiamento di ogni forma di opposizione sul piano legale verso le Grandi Opere, che devono essere fatte ad ogni costo.
La condanna al pagamento delle spese legali, oltre alle elevate cifre già sostenute per impugnare gli atti dei ricorsi, ci mette seriamente in difficoltà. Ci troviamo pertanto a chiedere aiuto a chi si sente idealmente a noi vicino.

Associazione AFA – Amici delle Ferrovie e dell’ambiente e i 
cittadini firmatari del ricorso.

Chi volesse contribuire può fare riferimento alle seguenti 
coordinate bancarie:
 IT 35 W076 0110 4000 0102 3096 801
Grazie a tutti.

sabato 28 novembre 2015

ALESSANDRIA 29 NOVEMBRE - MARCIA PER IL CLIMA

DALLA PAGINA AVAAZ

CAMMINATA DAL PALAZZO COMUNALE ALL'AZIENDA AGRICOLA "LA FORNACE"

Event Photo

29.11.2015 13:00



Che cosa succederà all'evento?

FACCIAMO UN PROGRAMMA INSIEME
Modifica
Questo evento fa parte della Marcia Globale per il Clima. Il prossimo 30 novembre, leader politici da tutto il mondo si incontreranno a Parigi per iniziare i negoziati per il prossimo accordo sul clima. Per questo, il giorno prima, in tutto il mondo scenderemo nelle piazze e nelle strade per chiedere a ognuno dei nostri leader di impegnarsi a raggiungere il 100% di energie pulite...CONTINUA




PARIGI COP21: PER IL WWF IL LIMITE DEL RISCALDAMENTO A DUE GRADI E' GIA' TROPPO - INTANTO LEGAMBIENTE PIEMONTE INVITA ALLA MARCIA

Intervento di Stefano Lenzi - WWF Italia, da Il Fatto Quotidiano del 28.11.2015


Ci siamo, domenica 29 novembre e sino all’11 dicembre i leader mondiali si incontreranno a Parigi alla conferenza delle parti COP 21 per trovare un nuovo accordo globale stringente e decisivo sul clima. “Proprio da Parigi deve nascere una nuova consapevolezza globale, una nuova tappa del progresso dell’umanità. Proprio quando ci vogliono togliere il presente, si deve preparare un futuro migliore”: queste le parole evocative della presidente del WWF Italia Donatella Bianchi in vista del vertice mondiale in cui si deciderà finalmente quali misure prendere per far abbassare la febbre del Pianeta che mette a rischio la vita sulla Terra.. continua....

Ricordiamo che domani in varie città i cittadini si metteranno in marcia per sollecitare i Governi a prendere misure concrete per il clima. Ad Alessandria l'appuntamento è davanti al Municipio alle ore 13,30.
Dal sito di Legambiente Piemonte:

In Marcia per il Clima: manifestazioni in tutto il Piemonte e la Valle d’Aosta


In Marcia per il Clima: manifestazioni in tutto il Piemonte e la Valle d’Aosta

Domenica 29 novembre iniziative a Torino, Cuneo, Alba, Asti, Ivrea e Aosta. Alla vigilia del vertice sul clima di Parigi, Legambiente invita i cittadini a partecipare alla mobilitazione globale e fa appello ai Sindaci per aderire al Manifesto per l’autoproduzione da fonti rinnovabili

I cambiamenti climatici sono un’emergenza da affrontare al più presto e che riguarda tutti noi. Ne sono ben convinti gli italiani, sempre più consapevoli e attenti ai temi ambientali. Secondo una ricerca di Lorien Consulting e Legambiente per l’85% la lotta ai cambiamenti climatici deve essere un tema prioritario per la qualità della vita delle generazioni future e le principali priorità sulle quali occorre lavorare sono: ridurre il traffico motorizzato e quello di merci su gomma e pensare ad una riconversione della produzione di energia elettrica in rinnovabile. Tra i cittadini cresce anche l’attenzione sulla conferenza internazionale di Parigi che prenderà il via tra pochi giorni nella capitale francese, ancora scossa e segnata dagli attentati terroristici del 14 novembre. Il 38% degli italiani dichiara di conoscere la conferenza sul clima (contro il 29% rilevato ad ottobre). Un summit intorno al quale c’è molto ottimismo: il 69% è infatti convinto che la conferenza potrà incidere positivamente sulle azioni dei singoli Paesi e sui comportamenti dei cittadini.
Ma per far sì che la Cop21 costituisca davvero un successo nella lotta ai cambiamenti climatici saranno più di 2300 gli eventi in più di 150 paesi organizzati da studenti, sindacati, gruppi religiosi, organizzazioni della società civile e cittadini per chiedere ai propri governi di sottoscrivere un accordo ambizioso capace di accelerare la transizione dai combustibili fossili a un mondo alimentato al 100% da energie rinnovabili entro il 2050, scongiurando così i rischi di una catastrofe ambientale con effetti devastanti sugli ecosistemi e sulle popolazioni più vulnerabili.
La Coalizione Italiana Clima, costituita da oltre 150 associazioni, organizza per domenica 29 novembre una grande manifestazione nazionale a Roma e in contemporanea in molte altre città italiane. Diverse le iniziative anche in Piemonte e Valle d’Aosta: a Torino l’appuntamento è a partire dalle ore 14 in piazza Castello, ma altre manifestazioni sono in programma a Cuneo, Alba, Asti, Ivrea ed Aosta.
La Cop21 rappresenta una tappa cruciale nella battaglia contro i cambiamenti climatici e dalla quale dipende il futuro del mondo -dichiara Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. È fondamentale che alla Conferenza sul Clima si arrivi con un accordo vincolante e ambizioso, in linea con le indicazioni della comunità scientifica. Ma per riuscirvi è importante continuare in Italia e in tutto il mondo a mobilitarsi per fare pressing sui leader mondiali e far sentire la voce e le proposte della società civile. Per questo è fondamentale essere in tanti questa domenica per chiedere con forza una giustizia climatica e sociale, un nuovo scenario energetico che fermi le emissioni di gas serra e apra la strada a equilibri nuovi e sostenibili.
Legambiente chiede al Governo italiano di prendere in carico la questione climatica con scelte semplici e coerenti con le politiche europee -l’Italia dovrà presentare un piano per ridurre le emissioni di CO2 del 40% al 2030-, e urgenti, perché la situazione climatica non consente rinvii: occorre bloccare i sussidi alle fossili, liberare l’autoproduzione da rinnovabili, semplificare l’installazione delle fonti rinnovabili e sbloccare l’efficienza energetica.
E’ con questi obiettivi che in occasione della Marcia Globale per il Clima Legambiente rilancia il proprio Manifesto per l’autoproduzione da fonti rinnovabili con l’obiettivo di valorizzare i vantaggi che l’autoproduzione da fonti rinnovabili e un sistema distribuito possono portare nei territori. Il Manifesto chiede al Governo di scegliere la strada dell’innovazione eliminando tutte le barriere esistenti all’autoproduzione e alla vendita di energia da fonti rinnovabili, semplificando le procedure di approvazione dei progetti e aiutando le amministrazioni pubbliche a promuovere interventi che vadano nella direzione di territori al 100% rinnovabili. L’obiettivo è quello di avere una generazione distribuita fatta di prosumer, ossia di case e edifici che siano produttori-consumatori, perché in questo modo si potrebbe beneficiare appieno di un sistema che premia chi risparmia energia, chi la autoproduce (da impianti solari e eolici, da biomasse e geotermici, mini idroelettrici) e chi investe nella gestione delle reti energetiche e nell’accumulo.
Facciamo appello ai Sindaci piemontesi e valdostani a firmare il Manifesto per l’autoproduzione da fonti rinnovabili -dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta– per spingere un cambiamento che non guardi solo all’Italia ma al mondo, alla sfida che tutti abbiamo davanti per fermare i cambiamenti climatici e per dare una speranza di sviluppo fuori da un sistema incentrato sulle fonti fossili. Siamo infatti convinti che questa sia oggi la strada più efficace e praticabile per ripensare il sistema energetico in una direzione più moderna, pulita e democratica.

Per approfondimenti:
http://www.legambiente.it/in-marcia-per-il-clima

venerdì 27 novembre 2015

PENSIERO DEL GIORNO

In Val Lemme, prima della devastazione delle grandi opere. È triste raccontare ai bambini di posti bellissimi che non esistono più, non dovremmo permettere che queste cose accadano.

"Come profetizzato da Buñuel ne Il Fantasma della Libertà (Le fantôme de la liberté), in Italia il delitto più grave che si possa commettere e che non ti perdoneranno mai è vivere e agire nel rispetto delle norme morali, etiche e giuridiche. Si possono capire e giustificare tanti farabutti della peggior specie,  ma non anche chi pretende di vivere secondo le regole. Sembra una follia ma è esattamente quello che viviamo tutti i giorni""

Il pensiero del giorno è un contributo del nostro Saggio Pescatore...

L’importanza degli alberi lungo i fiumi

Condividiamo questo interessante articolo tratto dal sito AGROBIOKILOMETRIZERO nel quale si spiega la fondamentale funzione svolta dagli alberi per la difesa spondale dei fiumi.
Sembrerà banale, ma la maggiorparte delle inondazioni e degli straripamenti dei fiumi sono dovuti alla quasi totale assenza di vegetazione nelle aree circostanti, tutto questo a causa dell’uomo e anche della speculazione edilizia. Chi acquista una casa o vive in una casa costruita limitrofa al letto di un fiume, deve sapere che prima o poi dovrà aspettarsi un inondazione e che questa causerà grossi danni alla sua abitazione. Nel tempo l’uomo ha cambiato il corso dei fiumi, causa anche il disboscamento smisurato, questo ha reso l’acqua uno degli elementi dominanti delle pianure, ha permesso ai fiumi di fare il bello e il cattivo tempo delle zone coltivate. I fiumi continuano a mietere vittime dall’inizio del secolo. Le inondazioni, gli straripamenti spesso avvengono perchè l’acqua non trova barriere, scorre nel suolo liberamente fino a raggiungere la saturazione, senza avere filtri che la trattengano.....(continua)
Pensamioci ogni volta che vediamo lo scempio della nostra Valle
LEMME - EX CAVA CEMENTIR - PRIMA DEI LAVORI

DOPO I LAVORI
E dopo averci pensato, reagiamo!

NOTIZIE DAL TERZO VALICO E AV

Purtroppo il Terzo Valico e l'Alta velocità spadroneggiano tra le notizie della settimana. Ecco una panoramica di quanto raccolto in settimana.

- Lunedì 30 novembre è prevista la riapertura del cantiere di Cravasco, in comune di Campomorone, seppur a ritmi ridotti di lavoro. 
Pare che il Comune non abbia voce in capitolo...

Da La Repubblica, ed. Genova 25.11.2015

Terzo Valico, riprendono i lavori a Cravasco

Dopo l'allarme amianto







Riprendono i lavori del Terzo Valico nella galleria Cravasco. Scattano 15 cicli sperimentali (uno scavo di 1,20 metri al giorno) per verificare gli accorgimenti presi da Cociv per evitare la dispersione di fibre di amianto.

- Il Cociv presenta ricorso contro il Piano di utilizzo delle terre da scavo, contestando la metodologia richiesta da Arpa Piemonte e Liguria: ricordiamo che il metodo di analisi dello smarino, attualmente applicato, presenta una probabilità di errore del 98%, come dichiarato dalle due Agenzie regionali, che infatti richiedono l'utilizzo di una differente metodologia di analisi. 
Da La Stampa del 26.11.2015



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- Intanto Stefano Esposito è stato condannato per diffamazione nel processo relativo a quattro attivisti della Val di Susa

Diffamò i No Tav, Esposito condannato a risarcirli per 20 mila euro

Il senatore Pd aveva sostenuto che alcuni attivisti avevano dato direttive negli scontri di Chiomonte dell'8 dicembre 2011



Il senatore Pd Stefano Esposito,noto per le sue posizioni a favore della Tav, è stato condannato dal tribunale di Torino al pagamento di 600 euro di multa e di 20mila euro di risarcimento, oltre a quello delle spese legali e processuali.
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- Sempre dal sito di Repubblica del 26.11.2015 arriva questa inquietante notizia, solo apparentemente slegata dall'argomento Alta Velocità. A nostro parere, suona il De profundis del servizio di trasporto pubblico 
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- Infine, pare che il problema dello smaltimento dello smarino sia infinito e non immediatamente risolvibile.
Anche l'ipotesi di utilizzarlo per il ribaltamento a mare della Fincantieri di  Sestri Ponente pare stia incontrando parecchie difficoltà non previste: incredibile vero? E ' solo dal 1991 che lavorano attorno al progetto del Terzo Valico e nessuno si è mai chiesto dove mettere la terra tirata fuori dalla pancia del monte...(per non parlare del problema di quello che tale terra probabilmente contiene).

LEGAMBIENTE: IL RIBALTAMENTO A MARE A SESTRI NON SI PUO' FARE CI SONO 12 OLEODOTTI SOTTO

dal Il Secolo XIX di venerdi 27-11-2015
SESTRI PONENTE
Fincantieri, freno da 10 milioni sul ribaltamento
Genova. Dieci milioni di euro per spostare i dodici oleodotti che passano sotto l'alveo del rio Molinassi, a Sestri Ponente. Ci sono anche questa cifra e questi lavori nei retroscena della palude nella quale annaspa e rischia d'incagliarsi il progetto di ribaltamento a mare di Fincantieri.

ANNAMARIA COLUCCIA
ECCO PERCHE PALAZZO SAN GIORGIO RALLENTA IL PIANO FINCANTIERI
Sestri, il conto di 10 milioni per spostare gli oleodotti frena il ribaltamento a mare
L'Autorità portuale deve risarcire i privati ma teme il giudizio della Corte dei conti. Cociv: ma lì vanno messe le terre di scavo

DIECI milioni di euro per spostare i dodici oleodotti che passano sotto l'alveo del rio Molinassi, a Sestri Ponente. Ci sono anche questa cifra (o poco meno) e questi lavori nei retroscena della palude nella quale annaspa e rischia d'incagliarsi il progetto di ribaltamento a mare di Fincantieri. Questa sarebbe, infatti, da oltre un anno a questa parte, la ragione principale - non detta o solo sussurrata qua e là - del lento procedere di un iter che dovrebbe essere molto più avanzato: i soldi con i quali l'Autorità portuale dovrebbe indennizzare i gestori (fra gli altri Eni, Iplom, Praoil, Sige-mi) dei 12 grossi oleodotti per le spese di spostamento delle condotte.
E si tratta di tanti soldi: circa 8-10 milioni di euro sui quali pare si stiano arrovellando da mesi dirigenti, tecnici e avvocati dell'Autorità portuale. Sia perché la cifra è alta, e incide notevolmente sui costi del progetto di ribaltamento a mare che pesa per 80 milioni sui conti dell'Autho-rity, sia perché a Palazzo San Giorgio ci sarebbero anche dubbi sulla procedura da seguire per far realizzare i lavori di spostamento degli oleodotti. Lavori necessari per la sicurezza dell'intervento e che, nel progetto definitivo del ribaltamento a mare fatto eseguire da Cociv, vengono valutati circa 8,7 milioni di euro.
Una pratica diffusa, in situazioni come questa, è che il gestore o i gestori delle interferenze da spostare scelgono
come e da chi far eseguire l'intervento scaricando poi i costi sul committente. Vuol dire che in questo caso i gestori degli oleodotti farebbero fare i lavori pagati poi da Autorità portuale. Naturalmente gestori delle interferenze e committente dell'opera devono essere d'accordo sulla congruità del costo dell'intervento.
Ma, benché si tratti appunto di una prassi già seguita per opere commissionate da enti pubblici, sembra che a Palazzo San Giorgio ci siano remore a seguire questa strada, per il timore che la Corte dei Conti possa contestare il pagamento di un indennizzo a privati con soldi pubblici per un'opera che non rientra fra quelle strategiche. L'eventuale procedura alternativa, per Autorità portuale,
è quindi quella di bandire una gara per appaltare direttamente lo spostamento degli oleodotti che, però, a quel punto diventerebbero opere pubbliche. E, quindi, una volta completato lo spostamento, Autorità portuale dovrebbe affrontare il problema del riaffidamento (a costo zero? ) delle concessioni ai gestori degli impianti.
La conseguenza di questa empasse è che ad oggi non è neanche iniziato l'iter di approvazione del progetto definitivo del ribaltamento a mare - consegnato da Cociv all'Autorità portuale nell'autunno 2014 - mentre, secondo il cronoprogramma condiviso a suo tempo dalle parti, dovrebbe essere già in corso la progettazione esecutiva dell'intervento. È vero che in mezzo ci sono stati anche i mesi che il Ministero dell'Ambiente si è preso - da febbraio a settembre di quest'anno - per dire se fosse necessaria o meno la valutazione di impatto ambientale del progetto. Ma si racconta che ci siano stati anche tanti silenzi. Sembra che Cociv - che ha il problema di dove sistemare le terre di scavo del terzo valico - abbia già scritto più volte all'Autorità portuale per chiedere come intenda procedere, senza ricevere, però, risposte, o almeno risposte giudicate soddisfacenti. E la fase di transizione
che sta vivendo l'Autorità portuale, dove l'ex presidente Luigi Merlo ha appena lasciato il posto al commissario Giovanni Pettorino, non aiuta certo ad accelerare decisioni e risposte.

Il progetto
Il progetto consiste nella creazione di una nuova piattaforma industriale, ubicata tra il pontile Delta del Porto Petroli e l'area Fincantieri a Sestri Ponente, per il trasferimento delle attività industriali attualmente collocate a nord della ferrovia. L'intervento consente di migliorare la logistica delle aree cantieristiche che, in tale modo, risulterebbero tutte concentrate lungo il lato mare del tracciato ferroviario, così determinando un utilizzo più efficace e razionale delle aree industriali
Le tappe
luglio 2011
firma dell'accordo di programma dicembre 2012
convenzione con Cociv integrata nel 2014 autunno 2014
consegna del progetto definitivo da parte di Cociv novembre 2015
era previsto l'avvio della progettazione esecutiva luglio 2017
è previsto l'inizio dei riempimenti con le terre del terzo valico
Il verdetto
Il Ministero dell'Ambiente: valutazione di impatto ambientale non necessaria
••• LO SCORSO 21 ottobre il Ministero dell'Ambiente ha pubblicato il provvedimento con il quale stabilisce che il progetto di nuova calata ad uso cantieristico navale all'interno del porto petroli di Genova Sestri Ponente e della sistemazione idraulica del rio Molinassi non deve essere sottoposto a procedura di valutazione ambientale, a condizione che si rispettino una serie di condizioni. Si tratta di un responso che consente, quindi, di accelerare le procedure. L'Autorità portuale aveva presentato a febbraio di quest'anno domanda al Ministero sulla verifica di assoggettabilità alla "Via" e la valutazione di impatto ambientale non è stata ritenuta necessaria perché il progetto di ribaltamento a mare è coerente con il Piano regolatore portuale che ha già superato l'esame della "via".

giovedì 26 novembre 2015

FESTA DELLA SEMINA - SCUOLE ELEMENTARI DI CARROSIO - 25 NOVEMBRE 2015

QUEST'ANNO ABBIAMO DECISO DI CELEBRARE LA FESTA DELL'ALBERO, AFFIDANDO AI BAMBINI IL FUTURO DELLA NOSTRA VALLE:
 NEL VERO SENSO DELLA PAROLA!

Infatti, in segno di protesta contro le cantierizzazioni a nostro parere inutili che stanno  irrimediabilmente scempiando la Val Lemme, abbiamo pensato di non piantumare alberi, per evitar loro il rischio di  essere sradicati nuovamente dalle ruspe. 


 Abbiamo dunque pensato alla Festa della Semina, che si è svolta oggi, mercoledì 25 novembre presso le scuole elementari di Carrosio. 
 


Su proposta di Mario Lombardini, ex- presidente del nostro Circolo, insieme agli alunni della scuola abbiamo seminato ghiande, noci, sorbi, castagne che, una volta divenuti piantine e terminati gli scavi scellerati del Terzo Valico e del Metanodotto, verranno messi a dimora per dare vita a "Il Bosco dei bambini della Val Lemme". 
 









L’area già individuata per la piantumazione si trova presso l’alveo del torrente  Lemme in prossimità della località Certosini, in comune di Voltaggio e sede del nostro  circolo.


Un grazie di cuore agli insegnanti Clara, Marina e Roberto e all'assistente Clara per la calorosa accoglienza! 
Aggiungiamo anche tante congratulazioni per il loro ottimo lavoro e impegno quotidiano: prendersi cura delle generazioni future è un compito delicato e loro lo svolgono con passione e competenza.




Grazie anche alla nostra socia Iudi 
che ha curato il servizio fotografico :-)!

Nei prossimi mesi daremo notizie 
sul futuro Bosco dei Bambini




IL TELERISCALDAMENTO AD ALESSANDRIA

In merito al dibattito in corso relativo alla proposta di un impianto di teleriscaldamento ad Alessandria, pubblichiamo di seguito alcune note relative alla posizione dei circoli di Legambiente della provincia e del Regionale.

Caratteristiche “pregiudiziali” senza le quali, a giudizio delle Legambiente della provincia di Alessandria  e di molti cittadini della zona, l’ impianto di teleriscaldamento di Alessandria sarebbe ritenuto non accettabile. Il teleriscaldamento dovrà essere sempre caratterizzato da un bilancio ambientale positivo a livello locale, che andrà valutato separatamente per ciascun tipo di inquinante che possa alterare la qualità dell’aria (NOx, PM10, PM2,5, CO, SOx, ecc), e confrontato con i limiti prescritti pro tempore per l'uso del metano in caldaie condominiali, con dimostrazione a livello di progetto e con garanzia e verifica del mantenimento in tutta la fase di esercizio.Le emissioni di gas climalteranti, confrontate con l’utilizzo del metano nelle caldaie condominiali e dell’energia elettrica distribuita dalla rete, dovranno presentare un bilancio positivo a livello globale, valutato con modalità LCA, positività che dovrà essere dimostrata in fase di progetto, nonchè periodicamente verificata, e mantenuta per tutta la fase di esercizio.Deve essere garantito, in modo irreversibile, che anche le eventuali integrazioni future degli impianti di generazione che alimentano la rete di teleriscaldamento assicurino il rispetto delle caratteristiche emissive previste ai precedenti punti 1) e 2).Per tutta la durata della convenzione, il teleriscaldamento dovrà utilizzare come combustibile solo gas naturale, oppure fonti energetiche rinnovabili che, anche a livello locale, non risultino peggiorative per nessun tipo di emissione inquinante.Il prezzo per gli utenti finali dovrà essere sempre mantenuto più basso di quello risultante pro tempore dall’utilizzo diretto del metano nelle caldaie condominiali, escludendo l’IVA dal confronto.
Legambiente Piemonte e VdA Settore Energia
Legambiente Casale Monferrato
Legambiente Ovadese e Valle Stura
Legambiente Vallemme

DA ANTONELLO BRUNETTI

Quattro notizie negative
- Il Tar ha respinto il ricorso di Legambiente.
- Toti ha nominato per un anno un nuovo responsabile dell’Arpal, Adriano Musitelli, ex collaboratore della Moratti.
- Il ministro Del Rio ha annunciato che nel futuro patto di stabilità i finanziamenti passeranno da 1 miliardo e 600 milioni a 3 miliardi e 800 milioni.
- I lavori nella galleria dell’amianto di Cravasco riprendono (annuncio Repubblica del 25 novembre) dopo un accordo Arpal-Cociv.
E’  necessario intervenire.
Iniziamo con il trovarci a Lerma

RACCOLTA FONDI: ANCORA POSTI ALLA CENA DEL 27 NOVEMBRE http://circololegambientevallemme.blogspot.com/2015/11/raccolta-fondi-ancora-posti-alla-cena.html

COMUNICATO STAMPA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE PER L'APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE E CONSEGUENTE DIVIETO DI UTILIZZO DEL GLIFOSATO



mercoledì 25 novembre 2015

IN MARCIA! Ci stiamo avvicinando al COP 21 di Parigi!



 
La XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) si terrà a Parigi dal 30 novembre al 11 dicembre del 2015.



Questa conferenza è organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), un trattato ambientale creato dalla Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED).

L'obiettivo della conferenza è quello di concludere, per la prima volta in oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni.
 
Nell'attesa, domenica 29 novembre ad Alessandria avremo  l'occasione di metterci in marcia per il Clima: la partenza è prevista alle 13,30 dal Municipio.
A Genova invece l'appuntamento è le 14:30 davanti a Palazzo San Giorgio (Piazza Caricamento) per dare inizio alla Marcia.

Di seguito alcune riflessioni, informazioni e proposte sul Cop21

martedì 24 novembre 2015

RACCOLTA FONDI: ANCORA POSTI ALLA CENA DEL 27 NOVEMBRE

 Ci sono ancora posti disponibili per la cena di autofinanziamento di venerdì 27 novembre.

Per prenotare potete scrivere una mail a plug1968.pl@Gmail.com o telefonare ai numeri indicati sulla locandina.

Le quote e/o eventuali offerte possono essere anche versate sul seguente conto bancario


 IT 35 W076 0110 4000 0102 3096 801 
intestato a
 Associazione Amici delle Ferrovie e dell'Ambiente




lunedì 23 novembre 2015

I VIDEO DELLA SENTENZA DI CONDANNA DEL SISTEMA GRANDI OPERE PRONUNCIATA DAL TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI


 


Notizie dal
Controsservatorio Valsusa
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Un processo da vedere

camcorderSul sito del Controsservatorio Valsusa sono disponibili tutte le registrazioni audio/video relative alla recente sessione conclusiva del Tribunale Permanente dei Popoli dedicata a "Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere"
In 63 video sono presentati l'esposizione dell'atto di accusa, tutte le testimoninaze, le requisitorie finali, la lettura della sentenza e delle raccomandazioni.
A breve sarano note le motivazioni.

Sono passate meno di due settimane dalla storica sentenza con cui il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) ha condannato "l'intero sistema delle grandi opere inutili e imposte" elencando in particolare le violazioni di diritti fondamentali commesse in Val di Susa e i responsabili di tali violazioni.
Una sentenza che non ha potuto passare inosservata e che ha già scatenato qualche reazione scomposta: ad esempio in un articolo pubblicato da Repubblica" si parlava di "sedicente tribunale" paragonandolo a chi "raccatta oggetti privi di valore e pezzi di ciarpame" e via denigrando. Segno che la sentenza ha colpito nel segno.
Lo stesso articolo, riferendosi al pubblico, parlava di "piazza" selezionata e ristretta, ma rumorosa: mettiamo le registrazioni audio/video anche a disposizione di chi esprime rancore rodendosi il fegato (vedi la replica del TPP)

Nel dispositivo della sentenza letto da Philippe Texier viene riconosciuto alle persone che si mobilitano contro il TAV e contro altre grandi opere inutili e imposte il ruolo di "sentinelle che lanciano l'allarme" riprendendo letteralmente una formulazione contenuta in risoluzioni del Consiglio d'Europa che definisce regole vincolanti (e disattese) per i giudici dei diversi paesi.

Sbaglierebbe chi volesse attribuire alla conclusione a cui è giunto il TPP un valore soltanto per la Valsusa: nella sentenza si parla di "un modello  consolidato  di  comportamento  nella  gestione  del  territorio  e  delle dinamiche  sociali  ogni  volta  che  ci  si  trova  in  uno  scenario  di  approvazione  e realizzazione  delle  grandi  opere  infrastrutturali".
E aggiunge:  "i governi  sono  al  servizio  dei grandi  interessi  economici  e  finanziari,  nazionali  e  sovranazionali  e  delle  loro istituzioni  nel  disporre  senza    limiti  né  controllo  dei  loro  territori  e  delle  loro risorse: si ignorano totalmente le opinioni, gli argomenti, ma ancor più il sentire vivo   delle   popolazioni   direttamente  colpite.   Ciò   rappresenta,   nel   cuore dell’Europa, una minaccia estremamente grave all’essenza dello stato di diritto e  del  sistema  democratico  che  deve  necessariamente  essere  fondato  sulla partecipazione  e  la  promozione  dei  diritti  ed  il  benessere,  nella  dignità,  delle persone."

Questa sentenza potrà rappresentare un valido sostegno per tutte quelle comunità che vivono situazioni analoghe a quelle passate al setaccio dal TPP. Per la Valsusa non è certo un punto di arrivo ma un riferimento da cui ripartire per dare maggior vigore a una domanda di democrazia e di diritti: la stessa domanda che arriva da tante altre realtà in cui  sono violati gli stessi diritti.
Il nostro augurio è che tutte queste realtà, utilizzando anche il sostegno della sentenza appena pronunciata,  possano riconoscersi nelle parole di una componente della giuria, la cilena Sara Larrain, che riferendosi alla lotta no tav ha detto: "Il conflitto genera dolore, ma anche una  grandissima opportunità per costruire una comunità di lotta per i diritti".