domenica 30 agosto 2015

METANODOTTO

Dall'inizio dei lavori monitoriamo i danni al territorio arrecati dal "Potenziamento del metanodotto Gavi Pietralavezzara" un'opera sulla cui utilità nutriamo forti dubbi.

Le immagini che inseriremo riguardano il territorio della val Lemme.




Cascina Ronco Fanti 22 maggio 2015

LUCA MERCALLI ALLA FESTA NO TAV TERZO VALICO - PARCO AURORA NOVI LIGURE - DOMENICA 30 AGOSTO

Il 30 agosto 2015 nell'ambito della Festa No Tav Terzo valico tenutasi a Novi Ligure al parco Aurora, Luca  Mercalli ha presentato il libro di cui è coautore: " Tav No Tav".




ECCO IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE
Prima parte


 Seconda parte

 Terza parte


DECRETO N.533 DEL 4 DICEMBRE 2014

DECRETO N.533 DEL 4 DICEMBRE 2014 – pubblicato in G.U. n. 298 del 24 dicembre 2014 
Direttive e calendario per le limitazioni alla circolazione stradale fuori dai centri abitati per l’anno 2015

Art. 1
1. Si dispone di vietare la circolazione, fuori dai centri abitati, ai veicoli ed ai complessi di veicoli, per il trasporto di cose, di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 t, nei giorni festivi e negli altri particolari giorni dell’anno 2015 di seguito elencati:

omissis

dalle ore 08.00 alle ore 16.00 del 29 agosto




 S.P. 160 km. 24.700 accesso all'ex cava Cementir 29 agosto 2015 ore 15.31

MOVIMENTO NOTAV TERZO VALICO IN LUTTO

Ci ha lasciato Gianfranco Marchesotti, appartenente al Comitato di Serravalle Scrivia. Da sempre Uomo GCIL, ha saputo portare avanti una sua idea nonostante la linea del suo sindacato, nella sua vita sapeva da che parte stare, nel sindacato dalla parte dei lavoratori, nell'impegno per una società più giusta dalla parte NO TAV. 

Martedì ore 11 alla Camera del Lavoro di Alessandria rito civile nel pomeriggio a Stazzano piazza delle scuole alle ore 16 corteo funebre con le nostre bandiere NO TAV.

Fotografia di Massimo Sorlino
Un promemoria per i prossimi appuntamenti:

STORIA DELLA DIGA DI MOLARE
 VENERDI' 11 SETTEMBRE ORE 20.30 - CARROSIO, PALAZZO COMUNALE
 VI ASPETTIAMO PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DEL GEOLOGO VITTORIO BONARIA DOPO 80 ANNI DALLA STRAGE DELLA DIGA DI MOLARE.
SERATA DI RESILIENZA ALL'ABBAZIA DI SAN REMIGIO


La serata musicale che ci hanno proposto l'accreditato maestro Marcello Fera e i suoi collaboratori è stata molto apprezzata dal pubblico presente, sia sotto il punto di vista artistico, che dal punto di vista della loro simpatia, senza trascurare la location suggestiva nella quale si sono esibiti.
Di seguito alcune istantanee della bella serata.






 

sabato 29 agosto 2015

PRESENTAZIONE RAPPORTO LEGAMBIENTE ECOMAFIA 2015 - GAVI 4 SETTEMBRE 2015

Il Circolo Legambiente Val Lemme,

in collaborazione con

Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta,

 Clorofilla Film Festival

e l’Associazione La Grande Illusione


hanno il piacere di presentare 
il rapporto ECOMAFIA 2015
 venerdì 4 settembre 2015 h.20,30
a Gavi, presso i locali della Cantina Produttori del Gavi

Via Cavalieri di Vittorio Veneto 45
Da 21 anni Legambiente si propone di misurare le cifre della criminalità ambientale nel nostro Paese. Tramite l’Osservatorio nazionale ambiente e legalità (Onal) redige ogni anno il rapporto Ecomafia che fotografa, analizza e denuncia il fenomeno delle Ecomafie a livello provinciale, regionale e nazionale.
Dal traffico di rifiuti, al ciclo alimentare, dalle discariche abusive ai traffici illegali del patrimonio archeologico e artistico, all’abusivismo edilizio, il lavoro di ricerca dell’Osservatorio, in collaborazione con il Centro di azione giuridica (Ceag), la rete dei circoli Legambiente che operano sul territorio e le Istituzioni che svolgono attività di controllo e repressione, permette di misurare l’ampiezza del fenomeno e fornisce informazioni per la corretta interpretazione dei fenomeni ecomafiosi.
La serata si aprirà con la proiezione del film Nella Terra dei Fuochi, del regista Marco La Gala che sarà presente in sala: descriverà il fenomeno delle discariche illegali di rifiuti tossici e speciali ai piedi del Vesuvio e illustrerà i progetti di recupero dei terreni abbandonati da parte di piccole cooperative sociali.
Il rapporto Ecomafia 2015 è stato realizzato, come ogni anno, grazie al contributo delle forze dell’ordine: L’Arma dei carabinieri, il Corpo forestale dello Stato e delle regioni e delle province a statuto speciale, la Guardia di finanza, la Polizia di Stato, le Capitanerie di porto, l’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, le Polizie provinciali, la Direzione Investigativa Antimafia, la Direzione nazionale antimafia.

La presentazione del rapporto Ecomafia è patrocinata da
Fondazione CRT





giovedì 27 agosto 2015

L'ESTATE STA FINENDO, E LA ZUCCA TORNERÀ

È ORMAI PASSATO UN'ANNO E GIÀ SI INTRAVEDE
LA SECONDA EDIZIONE DELLA
SAGRA DELLA ZUCCA 
E DEL MERCATO CONTADINO  
CHE HA RISCOSSO TANTO SUCCESSO AL SUO ESORDIO NEL 2014!!


..INTANTO C'E' CHI SI DA DA FARE NEI PREPARATIVI....





Abbiamo visto una carrellata di melanzane, non sarà mica il prologo per un'eventuale sagra della melanzana??



 I fiori....

 Le erbe e i loro profumi..


 Il nucleo operativo in azione...


Emilia ci fa un bel soffritto?



 Lavorazione su marmo...mica si scherza qui....


 ..E nel timore che le melanzane non ci entrassero nulla il nostro socio Andrea ne ha fatto scempio, e ora vuol fare lo stesso con chi gli ha fatto la foto! Ma in realtà le melanzane ci azzeccano con la zucca, eccome!!

...e poi c'è chi preferisce lavorare al fresco al riparo dal sole sotto un'albero...e lontano dai coltelli di Andrea!

mercoledì 19 agosto 2015

DAL 23 AGOSTO ..SI SALE! IL FESTIVAL DELLA RESILIENZA


ECCO IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL CHE COINVOLGERA' VARI COMUNI TRA GAVI E OVADA DAL 23 AL 30 AGOSTO!




Segnaliamo inoltre  per venerdì 28 agosto alle ore 21, presso il circolo Amici di Variana a Grondona, la mostra fotografica  e letture sui Paesi silenziosi e Villaggi di pietra di cui avevamo già parlato in un precedente post



METANODOTTO: NUOVA SEGNALAZIONE DI POSSIBILE PRESENZA DI FIBRE DI AMIANTO





Sono giunti al circolo alcuni riscontri relativi ai cartelli comparsi in questi giorni nei pressi del cantiere del metanodotto in zona Pineta di Carrosio: sono stati informati sia il Comune che Arpa. Monitoriamo la situazione e informeremo in merito alle risultanze di tali segnalazioni.

sabato 15 agosto 2015

LA MARCIA SILENZIOSA PER RICORDARE LE VITTIME DEL DISASTRO DI MOLARE


Ringraziamo il circolo Legambiente di Ovada per questa bella iniziativa che ha reso omaggio alle 111 vittime del disastro della diga di Molare sul lago Ortiglieto, avvenuto il 13 agosto 1935 con il crollo dello sbarramento secondario della sella Zerbino, che cadde riversando nell'Orba un fronte d'acqua fangosa largo due chilometri e alto venti metri, della portata di oltre 30 milioni di metri cubi. Una passeggiata attraverso il bosco, fino alla diga, tutti  insieme uniti da un lungo lenzuolo bianco: perché non accada mai più, come scritto sulla lapide deposta il 9 agosto scorso dal Sindaco di Molare, sulla torre della diga.





FERRAGOSTO...AMBIENTE MIO NON TI CONOSCO

Nelle pause estive, si sa, il caldo e le vacanze allentano un po' l'attenzione e la reattività delle persone: quale miglior momento per metter mano ad alcune questioni calde?

Controllo del territorio? Ne possiamo evidentemente fare a meno..

Dal sito di Change

Approvato definitivamente il DDL sulla PA che interviene anche sul Corpo Forestale dello Stato
Campagna: #SalviamolaForestale
Italia
10 ago 2015 — Cari Firmatari e Firmatarie,
il 4 agosto è stato definitivamente approvato in Senato il DDL 1577-B sulla Pubblica Amministrazione che all'art. 8 prevede la riorganizzazione del CFS e l'eventuale assorbimento in altra forza di polizia. Di fatto trattasi di soppressione. Nel link in allegato potete leggere il resoconto della votazione in Senato.

Ora la palla passa al Governo che entro 12 mesi dovrà scrivere i Decreti attuativi che entreranno nel dettaglio e nel merito delle questioni.

Il CFS però non muore con l'approvazione di questo DDL. Ci sono ancora margini per chiedere di salvare e rifondare il CFS. La pressione ora passa dal parlamento al Governo. La petizione, quindi, prosegue. Abbiamo raggiunto le 75.000 firme e vi chiediamo di continuare a far firmare tutti.

Grazie
Raffaele Seggioli
Coordinatore della Campagna #SalviamolaForestale


Firma la PETIZIONE

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E i rifiuti dove li mettiamo? Semplice: negli inceneritori e nelle discariche... 

Dal sito di Legambiente

Incenerire e trivellare: la “green economy” del governo Renzi


Stefano Ciafani

Vicepresidente Legambiente
Dopo il via libera alle nuove trivellazioni di petrolio, arriva anche la bozza di Decreto del presidente del consiglio dei Ministri (Dpcm) sulla realizzazione di nuovi impianti di incenerimento.
Chi pensava che con lo Sblocca Italia, l’estrazione degli idrocarburi, le nuove grandi e inutili opere, il governo avesse toccato il fondo delle politiche ambientali, sbagliava di grosso. L’ultima conferma arriva con lo schema di Dpcm sull’incenerimento dei rifiuti in attuazione dell’articolo 35 del decreto Sblocca Italia che prevede 12 nuovi inceneritori in Italia (3 nel nord Italia, 4 nel centro, 3 nel Sud e 2 in Sicilia)...leggi tutto

Le reazione dei Presidenti delle Regioni interessate sono state piuttosto vivaci:

Dal sito de Il Fatto quotidiano 12 agosto 2015

Smaltimento rifiuti, Regioni in rivolta: “Non costruiremo nuovi inceneritori”

Smaltimento rifiuti, Regioni in rivolta: “Non costruiremo nuovi inceneritori”
Ambiente & Veleni
Un decreto di Renzi, all'interno dello Sblocca Italia, impone di costruire 12 nuove strutture, ma i presidenti coinvolti dicono tutti no: "Non servono". Michele Emiliano: "Gli elettori si sono espressi chiaramente contro la costruzione di impianti". Luca Zaia : "Abbiamo tre inceneritori e non ne costruiremo altri: siamo una Regione 'riciclona' e puntiamo dritti sul compostaggio".
I governatori non lo sanno. Se lo sanno, fanno finta di non saperlo. In ogni caso: gli inceneritori del governo non li vogliono. Un rapido riassunto delle puntate precedenti: come scritto ieri dal Fatto, lo scorso 29 luglio le Regioni hanno ricevuto la bozza di decreto legislativo che attua una delle previsioni dello “Sblocca Italia” di Renzi (approvato a novembre 2014). Il testo stabilisce la realizzazione di 12 nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti in 10 Regioni: uno in Piemonte, Veneto, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania e Puglia, due in Toscana e Sicilia. Gli inceneritori sono sostanzialmente anti-economici, alternativi alla raccolta differenziata e hanno un impatto ambientale che puntualmente scatena le proteste furiose delle comunità a cui toccherebbe farsene carico. Infatti – governo Renzi a parte – non li vuole davvero nessuno.
La maggior parte dei presidenti di Regione sostiene di non aver ricevuto o preso visione del documento del 29 luglio. Nemmeno i governatori del Partito democratico. 
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E l'amianto del cantiere del Terzo Valico di Cravasco? Lo portiamo in giro per il Piemonte...

Dal sito CorriereAl del 15 agosto 2015

Mighetti (M5S): “Da Cravasco a Torrazza, l’amianto del Terzo Valico attraversa tutto il Piemonte”

15 agosto 2015
MighettiL’amianto nelle terre scavate per la realizzazione del Terzo Valico c’è e lo dimostra la cronaca di questi giorni. Non era quindi solo una paura dei comitati No Terzo Valico, ma una realtà che aspettava solo la prova dei fatti per venire a galla. Le rocce contenenti amianto sono state rinvenute nel cantiere Finestra di Cravasco in Valpolcevera (GE) il 22 luglio e trasportate in questi giorni nella parte nord della provincia torinese a Torrazza Piemonte.
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martedì 11 agosto 2015

Mercoledi 12 Agosto ore 19,30 "E per tetto ....un cielo di stelle"




 
Serata gastronomica e osservatorio, presso l'agriturismo "La Sereta" a Fraconalto, a cura di Gianfranco Procacci docente Università Unitre con la partecipazione di FRANCO MALERBA primo astronauta italiano che racconterà a noi che osserviamo le stelle con il naso all'insù come appare la terra agli astronauti vista da lassù. Per prenotazione (obbligatoria) contattare l'agriturismo al numero 349 5826357 entro lunedi 10 Agosto. Cena euro 18 tutto compreso.

APPELLO PER LA RACCOLTA FIRME A SPINETTA MARENGO CONTRO L'UTILIZZO DELLE CAVE PER LO SMARINO DEL TERZO VALICO

PUBBLICHIAMO L'APPELLO DEL COMITATO SPONTANEO


Continuano ad arrivarmi notizie che gli spinettesi non firmano contro lo scarico dello smarino del terzo valico nelle 3 cave di Spinetta e nella cava del Cristo. Danno come giustificazione il fatto che le firme raccolte per la Via Stortigliona non ha portato ad alcuna azione da parte del Comune.
Voglio ricordare che le firme invece hanno fatto da deterrente per il passaggio della strada da vicinale a Comunale, come parla anche l'articolo del Piccolo di ieri. Si sa, i tempi delle amministrazioni statali e comunali sono sempre molto lunghi ma la pratica per la messa in sicurezza della strada sta seguendo il suo iter burocratico (a parte lo scherzo di cattivo gusto di voler mettere la riasfaltatura in funzione dello scarico dello smarino, cosa da noi non voluta).
La riasfaltatura della strada avverrà per cui non è un buon motivo per non firmare contro le discariche.

Amici che leggete questo messaggio vi prego di farlo capire a coloro che non vogliono firmare. Queste firme non sono una farsa ma servono a far capire ai nostri amministratori che la popolazione non vuole i veleni dello smarino del terzo valico.
Più sono le firme e più faremo sentire il nostro peso sulle loro teste.
Cittadini di Spinetta, firmate per cortesia; come vedete, non è vero che le firme non servono a nulla.

Ecco i punti dove firmare:
 
 
 

QUALCUNO L'AVEVA DETTO....Osservatorio Nazionale sull'Amianto

Pubblichiamo di seguito una carrellata degli ultimi eventi che riguardano i cantieri del Terzo Valico, in particolare quello di Cravasco, sul lato ligure.

Dal sito Notavterzovalico.info
   
Quello che si vede nelle foto allegate è lo smarino contenente amianto stoccato in cantiere a Cravasco.
“Questa mattina sono stata io stessa in cantiere ad accertarmi della situazione in cantiere”, “Il geologo di cantiere ha riconosciuto le rocce verdi sul fronte di scavo, contenenti amianto, subito l’avanzamento si è fermato e il materiale immerso in una vasca al sicuro.”
Parole pronunciate da Paola Guidi, Sindaco di Campomorone, davanti ad un centinaio di persone nella sala consiliare del Comune Campomorone.
SU QUELLO CHE HA DETTO LA SINDACO
Giusto per rendersi conto, il volume del materiale contenente amianto è 600 metri cubi, un volume che corrisponde a un appartamento di 100 metri quadri alto 6 metri, ossia decine di metri di avanzamento della galleria e svariati giorni di scavo.
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E' di oggi la notizia che anche i poliziotti in servizio al cantiere (ebbene sì...evidentemente ci sono dei poliziotti pagati dai cittadini che sorvegliano un cantiere!) sono preoccupati per quanto sta accadendo a Cravasco :

Dal sito di Primocanale

"Preoccupante il silenzio della Digos"

Amianto nei cantieri Tav, il Siap: "Poliziotti a rischio, sospendere attività"


lunedì, 10 agosto 2015

Amianto nei cantieri Tav, il Siap: "Poliziotti a rischio, sospendere attività" GENOVA - Sospendere subito le attività a rischio amianto per i poliziotti impiegati nel cantiere Tav di Cravasco (Campomorone). Lo chiede in una nota il Siap, sindacato di polizia: "Com'è possibile che la Digos non sapesse nulla? Troviamo a dir poco preoccupante che il dirigente Digos non si sia formalmente attivato per rispettare l'obbligo di informare i propri dipendenti sull'esposizione a tale rischio".
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Come detto e ripetuto da tutti i Comitati No Tav in tutti questi anni di mobilitazione, il tracciato del Terzo Valico si svolge lungo la linea geologica Sestri-Voltaggio, caratterizzata dalla presenza di rocce asbestifere: allo stato naturale non vi è rischio per la salute, ma i problemi sorgono nel momento in cui le rocce vengono perforate per attività di scavo, movimentazione ecc.
Per quanto riguarda il Terzo Valico, qualcuno ha deciso che  il rischio amianto lo si debba affrontare in corso d'opera, con la conseguenza che da alcuni giorni camion carichi di Ecobag contenenti amianto attraversano i centri abitati da Cravasco fino a Bolzaneto, diretti al sito di stoccaggio prescelto in Comune di Orbassano.
A tale proposito il comitato Val Verde ha lanciato questo appello:

AMIANTO WATCHING
Da alcuni giorni esiste un monitoraggio continuo dell’amianto a Cravasco da parte dei generosi membri dei comitati che stanno impegnando giorni di ferie per il bene di tutti.
Attualmente in cantiere sono stipate centinaia di big bag contenenti amianto pronte ad essere trasportate via camion.
Siamo convinti che nelle prossime 48 ore faranno passare i camion, l’amianto attraverserà Isoverde, Campomorone, Pontedecimo e a Bolzaneto entrerà in autostrada.
Non vogliamo lasciare che carichi di amianto passino in silenzio attraverso i nostri paesi, ma per fare questo abbiamo bisogno del contributo di tutti.
Chiunque puo’ e vuole dedicare qualche ora al monitoraggio, contatti i membri dei comitati o scriva direttamente al profilo fb valverdenotav.
E’importante creare una rete di contatti telefonici nelle prossime ore, per essere in tanti nel momento piu’ opportuno.
Cerchiamo di esserci.


Tra i tanti contributi, pareri, studi prodotti in questi anni dagli oppositori al progetto del Terzo Valico, pubblichiamo qui sotto il parere fornito a suo tempo dall'Osservatorio Nazionale sull'Amianto. Peraltro, dal documento si evince quali siano le conseguenze di un'esposizione alle fibre di amianto anche a basse dosi.
COME POSSONO I SINDACI DORMIRE TRANQUILLI?



Nota al parere Ona: il limite geologico settentrionale tra Alpi ed Appennini è generalmente riconosciuto a ovest di Genova ed è costituito dal Gruppo di Voltri, presso una discontinuità tettonica denominata linea Sestri-Voltaggio.

OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’ AMIANTO
Presidenza Nazionale
Via Crescenzio, n. 2, 00193 - Roma
tel. 06 68890174 - 335 8304686
E-mail: osservatorioamianto@gmail.com


Preg.ma Sig.ra Paola Lugaro


e p.c. Preg.mo Dott. Michele Rucco


OGGETTO: Parere legale richiesto con e-mail del 17.12.2012 al Dott. Michele Rucco.

Preg.ma Sig.ra Lugaro,
ho ricevuto dal Dott. Michele Rucco l’e-mail con la quale Lei richiedeva un nostro parere, rispetto al quale Le debbo far presente prima di tutto che l’amianto è stato sempre presente nelle rocce delle Alpi.
Infatti, già a pag. 2 dell’ultima pubblicazione di chi Le scrive, dal titolo “La storia dell’amianto nel mondo del lavoro” (O.N.A. Editore) testualmente:
l’actinolite o actinoto (dal greco ακτινωτο/=pietra raggiata) o amianto verde-nero; silicato idrato di calcio, ferro e magnesio, 2CaO,4MgO,FeO,8SiO2,H2O - n. CAS 77536-66-4; è un componente abbondante delle rocce scistose-cristalline della catena alpina; ed ha una temperatura di decomposizione tra 620-900°C.
la tremolite o amianto grigio-verde-giallo; silicato idrato di calcio e magnesio, 2CaO,5MgO,8SiO2,H2O - n. CAS 77536-68-6), comune in molte località alpine, prende il nome dalla Valle Tremola nel massiccio del S. Gottardo (Campolongo, nel Canton Ticino) 1; fragile, ma con più resistenza al calore, perché ha una temperatura di decomposizione tra 950-1040°C
l’antofillite
2 (dal greco ανθο=fiore e φυ/λλον=foglia, e dal latino scientifico antophyllum = garofano) o amianto verde-giallo-bianco; silicato idrato di magnesio, 7MgO,8SiO2,H2O- n. CAS 77536-67-5; è il più importante degli anfiboli rombici, è frequente nei micascisti dell’Alto Adige (Val Passiria, sopra Merano) e in misura inferiore anche nell’isola d’Elba e nelle Alpi e Prealpi Occidentali, e in Finlandia, è fragile, con temperatura di decomposizione tra 600-850°C”.
Ancora a pag. 82: “C. Anfosso, nel ‘Dizionario di igiene popolare’3, del 1899, ha definito l’amianto come “strana pietra che il tempo sfila in stami argentini, candidi, morbidi come una lanuggine ed in bioccoli come di bambagia! Sono pietre vecchie, a cui cresce la barba, dicono gli alpigiani per ischerzo ai bambini, e bene dicono senza saperlo”.
Quindi riteniamo di poter affermare, anche alla luce di ulteriori rilievi bibliografici, e di dati oggettivi inoppugnabili, che l’amianto sia presente anche nel sito al quale Lei fa riferimento, quantomeno a livello di contaminazione.
Quanto al rischio morbigeno anche a basse dosi di amianto.
Ammesso e non concesso che l’amianto sia presente solo in poche parti delle rocce, comunque ed in ogni caso ci sarebbe dispersione di fibre che contaminano l’ambiente e sono pericolose, e non a caso “nella relazione della Provincia di Alessandria, diventata parte integrante della delibera del Consiglio provinciale che nel 2005 ha approvato il progetto definitivo, è da segnalare quanto affermato a pagina 11: le analisi fatte dal General contractor Cociv dal 1992 al 2005 sono insufficienti a stabilire se c'è o non c'è l'amianto”.
Quindi ritengo di dover richiamare la Vostra vigile attenzione sul fatto che secondo l’OMS “l’esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va pertanto evitata” e lo IARC ha precisato: At present, it is not possible to assess whether there is a level of exposure in humans below which an increased risk of cancer would not occur (Iarc Monographs On The Evaluation Of Carcinogenic Risks To Humans, Volume 14, Asbestos, Summary Of Data Reported And Evaluation, Asbestos, Last Updated: 26 March 1998) nel senso che non c’è soglia sotto la quale non c’è rischio.
Inoltre, sempre lo IARC precisa che tutti i tipi di amianto sono cancerogeni (IARC Monographs supplement 7, Asbestos (group 1), 106-116, 1987).
Soprattutto ci sono molti minerali asbesti formi, alcuni dei quali non catalogati come amianto dal legislatore, e che sono molto presenti nei massicci delle Alpi e Prealpi (sul punto allego il primo capitolo del mio libro “La storia dell’amianto nel mondo del lavoro” - O.N.A. Editore - con e-mail separata).
Sul rischio morbigeno occorre osservare:
A. Rischio morbigeno per esposizione ad amianto4.
A.1 Aspetti biomedico-ambientali: Effetto della reiterazione dell’esposizione alle concentrazioni definite dai limiti di legge 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 = 6 fibrille in una settimana: effetto di sommatoria.
L’amianto, detto anche asbesto, è un minerale costituito sostanzialmente da silicati di varia composizione chimica. Questa diversità condiziona sia la forma delle fibrille (strutture con una lunghezza tre volte maggiore del diametro), sia la loro denominazione, sia ancora la loro nocività per l’uomo e per animali sinantropici, come il cane. L’azione patogena, oltre ad una prima fase prodromica irritativo-flogistica sulle strutture dell’organismo di primo impatto, implica effetti cancerogeni a carico di diversi tipi cellulari, tessutali, e d’organo. L’azione cancerogena dell’amianto era già nota, per molti versi e ad opera della ricerca biomedica, quasi contemporaneamente alla sua introduzione come materia prima in parecchie tecnologie richieste dalla rivoluzione industriale che fu attuata a cavallo tra XIX e XX secolo. Successivamente sono intervenuti provvedimenti normativi allo scopo di prevenire l’esposizione a rischio e per proteggere la salute della collettività (lavoratori e popolazione generale). In molti paesi il minerale e’ stato bandito dal tardo XX secolo (anni 1980-1990). Parecchi altri paesi continuano ad estrarre il minerale naturale, a lavorarlo, e a venderlo. Oggigiorno, i limiti di legge prescritti sembrano dare sicurezza agli esposti, ed a chi controlla la loro salute, ma generalmente non si tiene conto che anche pochissime fibrille assunte quotidianamente, col tempo, si sommano nel nostro organismo, raggiugendo il carico (body burden dei ricercatori anglosassoni) di rottura del tiro-alla-fune tra cancerogeni e difese dell’organismo contro il cancro. A questo proposito, già fin d’ora, è utile rammentare il monito di René Truhaut, secondo cui non esistono limiti ammissibili per i cancerogeni, ciò significa: “rischio zero”.
A.2. Fibrille inalate od ingerite - Assorbimento attraverso la mucosa delle vie respiratorie o del tubo gastroenterico
Le fibrille di amianto possono raggiungere l’individuo esposto sia dalla cava del minerale, sia dalla materia prima, sia dal manufatto durante l’uso, sia dallo stesso manufatto dopo l’esaurimento della vita di impiego, quando è in disuso e in via di smaltimento. Vale a dire il rischio patogeno ci può essere “prima, durante, dopo” il suo uso. È ragionevole condividere l’aforisma di L. Mutti (Primario ASL 11 VC) “Dobbiamo giungere al rischio zero perché l’unica fibra di amianto innocua è quella che noi non respiriamo”. Ma non basta non inalare fibrille di amianto, perchè molte altre se ne possono ingerire, con le bevande e anche coi cibi5.
A.3. Recircolazione delle fibrille nel torrente sanguigno
Una volta inalate od ingerite, le fibrille raggiungono l’epitelio della mucosa dell’apparato respiratorio o dell’apparato gastroenterico, rispettivamente. Non è difficile, per gli intrusi killer, superare queste labili barriere per entrare nei capillari sottomucosi, poi nel sistema venulare, quindi in quello venoso centripeto, con l’interposizione o meno del piccolo circolo polmonare, caratterizzato dal fatto che il circolo venoso trasporta sangue ossigenato, al contrario del grande circolo. Infine il cuore provvede a redistribuire il tutto in tutto l’organismo.
A.4. Diffusione in tutti i tessuti ed organi - Localizzazione in qualunque tessuto.
A seguito di questa diffusione ubiquitaria, quasi biologicamente “ecumenica”, non c’è un tessuto, un organo, che possa ritenersi indenne di localizzazione delle fibrille killer. Dal momento in cui un tessuto bersaglio si trova ad ospitare una o piu’ fibrille esso innesca una sequela di eventi reattivi. Il tipo e l’entità di questi fenomeni sono condizionati dalla costituzione del tessuto stesso, o meglio di quella parte di esso in cui si sono annidate le fibrille. È comprensibile che tale funzione di risposta sia svolta dal tessuto connettivo che circonda il vaso di afferenza, oppure da quello che fa da impalcatura stromale di un organo parenchimale. Infatti le cellule attrici della risposta flogistica (infiammatoria) sono prevalentemente quelle connettivali. La reazione infiammatoria non è di tipo acuto, in quanto le fibrille di amianto, nel superare le barriere delle mucose interessate, si sono lasciate alle spalle i batteri eventualmente concomitanti, gli agenti flogogeni che avrebbero richamato i leucociti PMN (polimorfonucleati) per formare il secreto infiammatorio purulento. Quindi non si tratta di un foruncolo microscopico, bensì di un microgranuloma, classica espressione di una flogosi di tipo cronico, costituito da una corteccia di cellule linfocitarie (leucociti ematici mononucleati), cellule connettivali e da fibre connettivali, che tutte insieme inglobano la fibrilla d’amianto. Si è venuta così formando un’entità reattiva detta “corpuscolo dell’asbesto” nella quale il core è destinato a durare a lungo.
A.5. Reazione flogistica di tipo cronico nel punto di localizzazione, con formazione dei corpuscoli dell’asbesto (microgranulomi - Reperto autoptico di corpuscoli dell’asbesto in molti organi del corpo umano.
La letteratura scientifica riporta il ritrovamento, come reperto autoptico a seguito di autopsie di lavoratori esposti all’amianto nei seguenti tessuti: cervello, tiroide, polmone, fegato, pancreas, rene, cuore, milza, surrene, prostata. Questa distribuzione testimonia la diffusione delle fibrille di amianto in tutto il circolo sanguigno ed i tutti gli organi che esso irrora.
A.6. Cancerogenesi a carico delle membrane sierose: pleura, pericardio, peritoneo, tonaca vaginale del testicolo, coi rispettivi mesoteliomi.
Un altro aspetto peculiare che riguarda la localizzazione delle fibrille di amianto a distanza dal punto di ingresso nell’organismo (nel circolo sanguigno) trova conferma dalla localizzazione di una specifica e grave forma di neoplasia maligna di membrane sierose particolarmente suscettibili di tale tipo di cancerogenesi. Si tratta di mesoteliomi che colpiscono la pleura (sierosa che avvolge il polmone), il pericardio (che avviluppa il cuore), il peritoneo (sierosa che avvolge tutti i tratti del tubo gastroenterico, tenue e crasso) e la tonaca vaginale del testicolo, che e’ una derivazione embrionaria del peritoneo. Fin che si tratta della pleura, la sierosa più frequentemente colpita dal mesotelioma, si potrebbe considerare in modo ingannevole questa maggiore frequenza di morbilità come conseguenza della vicinanza della sierosa con la via piu’ comune di ingresso dell’amianto: le coane (narici). Al contrario, le fibrille killer aggrediscono i tessuti bersaglio raggiungendoli alle spalle, cioe’ attraverso il circolo. La lunghezza del tragitto da superare, chilometri di capillari, venule, arteriole, vene, arterie, interposta tra narici e/o bocca da un lato e sierosa colpita, dall’altro, non e’ certo una difficolta’ insormontabile. Infatti, dobbiamo considerare che il tempo di circolo si aggira normalmente attorno a pochi minuti secondi. Tra l’altro, la letteratura scientifica biomedica segnala casi clinici che si pongono fuori dai novero dei fenomeni morbosi piu’ frequentemente descritti come tipici all’amianto. Si tratta dei danni diretti sulla molecola del DNA nucleare dei leucociti circolanti di lavoratori esposti, e di mesotelioma primitivo dell’ovaio in lavoratrici esposte ad amianto, oltre a casi di carcinoma ovarico in operaie che, nelle loro mansioni, avevano usato talco contaminato con il minerale killer. Queste indagini riferiscono casistiche rare, generalmente imprevedibili, ma dimostrano in un modo ancora più completo la pericolosità ubiquitaria dell’amianto per la salute umana.
A.7. Rischio ambientale di esposizione: limite soglia = 0,1 fibra / ml d’aria (DM 6/9/94 ed artt. 24 e 31 del D.Lgs. 277/91).
Il nostro ordinamento giuridico include un provvedimemento legislativo che configura un limite soglia di concentrazione di fibrille d’amianto nell’aria in ambiente occupazionale, quale livello di riferimento quale prova di responsabilità, o meno. Tale limite è stato localizzato dal DM 6 settembre 1994, e dagli artt. 24 e 31 del D.Lgs. 277/91, in 100 fibrille per litro d’aria, anche con riferimento alle condizioni storiche - pregresse dell’ambiente di lavoro. E’ intuitivo come sia estremamente difficile, “contare” strumentalmente, e l’unica valutazione può essere quella presuntiva che si fonda sui parametri sanciti dal successivo D.M. 27.10.04, all’art. 3, e cioè dalla letteratura scientifica, dai casi analoghi, dagli studi epidemiologici etc..
A.8. Meccanismo della cancerogenesi.
Voytek et al. (1990) hanno riferito con chiarezza il meccanismo dell’azione canceragena delle fibrille di amianto. Secono questi autori, le fibrille del minerale localizzate nei diversi tessuti dell’organismo vanno incontro ad un’alterazione metabolica che porta alla formazione di amianto-epossido, la molecola che è il cancerogeno finale, responsabile della lesione della molecola del DNA. Tutto questo avviene quando la molecola bersaglio è il DNA dei nuclei dei leucociti circolanti, delle cellule parenchimali dell’ovaio, delle cellule delle sierose: pleurica, pericardica, peritoneale, o della tonaca vaginale del testicolo. Questo fenomeno di trasformazione di un pre-cancerogeno, l’amianto tal quale, in cancerogeno vero e proprio, l’amianto-epossido, è favorito dallo squilibrio della bilancia perossidativa dei tessuti in senso pro-ossidante. Quando i fattori pro-ossidanti sopraffanno quelli anti-ossidanti si verifica l’intervento di un agente patogeno che, di per se stesso insufficiente a causare patologia, agisce quale concausa efficace che non va trascurata. Infatti, a questo proposito, si può evocare l’immagine di una pistola come arma di un omicidio. Non è sufficiente l’arma con il proiettile in canna, ma occorrono che la sicura sia disattivata e che un dito prema il grilletto, sebbene questi due elementi (concause), senza i primi, non bastino per uccidere, ma sono cofattori efficaci perchè l’arma uccida.
Anche per l’amianto, per esso l’amianto epossido, il meccanismo della cancerogenesi parte dalla prima tappa, comune a tutti i cancerogeni: l’alterazione del DNA. La lesione primaria, se non eccede in quantità e durata i meccanismi di difesa dell’organismo, puo’ anche essere riparata, in prima battuta grazie agli enzimi riparatori specifici, in seconda istanza, dal sistema immunitario che rigetta le cellule arrivate ad essere cancerose. Si è visto che le fibrille del minerale nocivo possono localizzarsi in qualunque distretto dell’organismo, e dovunque possono danneggiare la molecola del DNA. Quindi, semplicisticamente, potremmo anche aspettarci un tipo di tumore uniformemente monotono in tutte le sedi; al contrario, ogni tipo di tessuto risponde allo stimolo morboso a modo suo, condizionando non solo le caratteristiche morfologiche della neoplasia, ma anche il tempo di latenza, la frequenza - o prevalenza - in una popolazione esposta, la velocità di crescita, in breve, la storia naturale dell’affezione maligna. Tutto ciò poi si integra anche con le caratteristiche metaboliche dei tessuti dell’individuo colpito dalla noxa morbigena: vale a dire, l’età del soggetto, il suo stato nutrizionale, soprattutto l’equilibrio della bilancia perossidativa, oltre alla presenza od assenza di altre esposizioni nocive. Queste condizioni biologiche, attraverso il contributo del sinergismo e del potenziamento, possono stare alla base dell’estema variabilita’ delle risposte patologiche al medesimo agente nocivo, che si affiancano alle patologie classiche asbesto-correlate, qual’e’ il mesotelioma pleurico.
Il cumulo di tutte queste considerazioni ed informazioni potrebbe costituire un patrimonio unico e prezioso, nelle mani dei sanitari più o meno “competenti” ope legis, chiamati ad esercitare sul paziente – o sul soggetto ancora solamente esposto alle fibrille killer – la cosiddetta sorveglianza sanitaria. Infatti, la salute del Nostro avrebbe bisogno di tanta scienza e di altrettanta coscienza.
A proposito di patologia amianto-correlata di tessuti dell’organismo diversi dalle sierose (pleura, pericardio, peritoneo, ecc.) la letteratura scientifica citata in precedenza ha dato un’idea della partecipazione anche dell’apparato gastroenterico. Altre pubblicazioni recenti, reperibili liberamente nelle fonti bibliografiche, hanno descritto la partecipazione dei tessuti linfoemopoietici alla funzione di bersaglio del cancerogeno amianto, basate su ricerche sperimentali e/o epidemiologiche osservazionali. Si tratta di: Kagan (1979) - leucemia linfocitaria cronica, mieloma IgA e mieloma IgG, Waxweiler e Robinson (1983) - linfoma non-Hodgkin, Kagan e Jacobson (1983) - leucemia cronica linfocitaria, mieloma IgG e mieloma IgA, Battista et al. (1999) – mieloma muliplo, e Becker et al. (2001) – linfomi maligni. In termini concreti, ciò significa che, almeno dal 1979 in poi, non sarebbe stato più possibile ascrivere all’esposizione ad amianto il solo mesotelioma pleurico, ma anche ad una moltitudine di altre affezioni letali: letteratura scientifica docet.
A.9. Potenziamento tossicologico 1 + 1 + 1 = 9, 10 e piu’:
La letteratura scientifica ha messo in evidenza che l’abitudine di fumare tabacco comporta un potenziamento del rischio, e della patologia amianto-correlata. Questo fenomeno trova un’espressione significativa nell’equazione che suggerisce i rapporti quantitativi degli effetti dei due agenti patogeni: Fumo di tabacco + Amianto = [10 x + 13 x] non 23 x ma 50-60 volte.
Altrettante considerazioni meritano di essere fatte a proposito di un’altra circostanza, questa volta iatrogena, che può essere considerata quale possibile concausa effettiva della patologia amianto-correlata. Si tratta di una terapia marziale attuata col proposito di curare un’anemia somministrando Fe inorganico per via parenterale: questo comporta un aumento delle specie reattive dell’ossigeno, con squilibrio della bilancia perossidativa in senso pro-ossidante. Effetti analoghi possono essere realizzati con altre pratiche iatrogene, questa volta a scopo diagnostico e non terapeutico, come l’esposizione a radiazioni ionizzanti: esse comportano un depauperamento delle difese organiche contro i cancerogeni.
Concludo che è necessario opporsi fortemente al progetto di “alta velocità” ritenendo opportuno che si eseguano lavori di miglioria della linea già esistente.
Saluti.
Roma, 17.12.2012
Il Presidente
(Avv. Ezio Bonanni)





1 Vocabolario della lingua italiana, Ist. Enc. Italiana Treccani, Roma 1994.
2 N.Tommaseo, B.Bellini, Dizionario della lingua italiana, voce ‘antofillite’,vol. I, UTE Ed,Torino 1865.
3 C.Anfosso, Dizionario di igiene popolare, Sonzogno Ed., Milano 1899.
4 Riferimenti Bibliografici: Battista G., Belli S., Comba P., Fiumalbi C., Grignoli M., Loi F., Orsi D., Paredes I. Mortality due to asbestos-related causes among railway carriage construction and repair workers. Mortalita’ dovuta a cause correlate all’asbesto tra i lvoratori della costruzione di vetture ferroviarie e della loro riparazione. Occup Med (Lond). 49 , 536-539, 1999; Becker N., Berger J., Bolm-Audorff U., Asbestos exposure and malignant lymphomas - a review of the epidemiological literature. Esposizione ad asbesto e linfomi maligni – una rassegna della letteratura epidemiologica. Int Arch Occup Environ Health. 74, 459-469, 2001. Review; Cotruvo J. A, COMMENTARY: Asbestos in Drinking Water: A Status Report; COMMENTARIO: Asbesto nell’acqua da bere: un rapporto sullo stato dell’arte Environ. Health Perspect. 53, 181-183, 1983; T.J. Delahunty & D. Hollander, Toxic effect on rat small intestine of chronic administration of asbestos in drinking water. Effetto nocivo sull’intestino tenue del ratto da somminstrazione cronica di asbesto nell’acqua da bere. Toxicol Letters, 39, 205-209, 1987; Donham K. J., Berg J. W., Will L. A., Leininger J. R., The Effects of Long-Term Ingestion of Asbestos on the Colon of F344 Rats, Gli effetti dell’ingestione prolungata di asbesto sul colon di ratti F344 Cancer 45, 1073-1084, 1980; Hallenbeck W.H., Hesse C.S, A review of the health effects of ingested asbestos, Una rassegna degli effetti sulla salute dell’asbesto ingerito Rev. Environ. Health 2, 157-166,1977; Kagan E., Jacobson R.J. , Lymphoid and plasma cell malignancies: asbestos-related disorders of long latency. Tumori maligni di cellule linfoidi e di plasmacellule: disturbi correlati all’asbesto con una lunga latenza. Am J Clin Pathol 80, 14-20, 1983; Kagan E., Jacobson R.J., Yeung K.Y., Haidak D.J., Nachnani G.H. Asbestos-associated neoplasms of B cell lineage. Neoplasie asbesto-correlate della linea cellulare B. Am J Med 67, 325-330, 1979; Pepelko W. E., Effect of exposure route on potency of carcinogens, Effetto della via di esposizione sulla potenza dei cancerogeni Regulat. Toxicol. Pharmacol., 13, 3-17, 1991; Waxweiler R., Robinson C., Asbestos and non-Hodgkin's lymphoma. Asbesto e linfoma non-Hodgkin. Lancet. 1(8317), 189-190, 1983.


5 La ricerca biomedica, sia quella sperimentale, sia quella epidemiologica osservazionale, ha dimostrato la nocivita’ dell’amianto ingerito. La pubblicazione piu’ significativa è quella di Hallenbeck & Hesse (1977) secondo la quale gli studi dell‘ingestione negli animali e delle autopsie umane suggeriscono che le fibre di asbesto possono penetrare nella parete intestinale e migrare verso altre localizzazioni nell’organismo. Poi Donham et al. (1980) hanno evidenziato l’insorgenza di un mesotelioma maligno, del tipo provocato da asbesto iniettato intraperitoneo, nel ratto alimentato con dieta contenente asbesto; in base all’evidenza della penetrazione delle fibre di asbesto nei tessuti del colon, indagini di microscopia elettronica, questi autori concludono che l’asbesto ingerito non è innocuo per il colon, né per distretti dell’organismo in cui si localizzano le fibrille killer. Infine Cotruvo (1983) ha riferito che l’evidenza epidemiologica del rischio da ingestione di acqua contenente fibre di asbesto non è convincente, tuttavia il cancro gastrointestinale di origine occupazionale può indicare un rischio da ingestione. Secondo Delahunty e Hollander (1987) la somministrazione cronica di fibre di asbesto nell’acqua da bere nel ratto porta alla diminuzione della capacità della parete intestinale di assorbire zuccheri scarsamente metabolizzabili impiegati come modello sperimentale; tale fenomeno dimostra un danno funzionale diretto sulla parete intestinale dovuto all’asbesto ingerito. Pepelko (1991) ha studiato le differenze del potere cancerogeno di alcuni agenti morbigeni, nel ratto e nel topo, dipendenti dalle vie di somministrazione, inalatoria o gastrointestinale; nel ratto, differenze nella potenza superiori a 10 volte furono trovate per l’asbesto, il cloruro di vinile, e l’idrazina. Nel caso dell’asbesto, l’agente si trovava comunemente sotto forma di materiale particellare relativamente insolubile. Secondo questo autore, la maggiore potenza cancerogena espressa dalla somministrazione per via inalatoria, rispetto a quella orale, è verosimilmente dovuta alla maggiore lunghezza del tempo di soggiorno negli alveoli polmonari rispetto a quello nell’intestino; ciò favorirebbe una maggiore biodisponibilità con una maggiore azione morbigena. Parallelamente, nel corso degli ultimi decenni, altri autori hanno riferito risultati negativi per la cancerogenicità dell’asbesto ingerito.