Arquata Scrivia, 21 marzo 2015 Comunicato stampa
Trasporti,
Legambiente: “Dopo Lupi e Incalza si riparta da zero e si esca
#fuoridaltunnel delle grandi opere”
Dall’azzeramento
della Legge Obiettivo al rafforzamento del trasporto ferroviario
pendolare. Legambiente presenta 5 proposte al Governo Renzi per
voltare pagina
“Basta leggere i
giornali di questi giorni per farsi un'idea di come siano gestiti i
cantieri delle grandi opere, da chi siano scelte le priorità
d'investimento in questo Paese e sulla base di quali criteri. E' ora
di dirigerci a passo svelto fuori dal tunnel delle grandi
opere”. Non poteva che partire dai fatti di cronaca giudiziaria
degli ultimi giorni la giornata di studi “#fuoridaltunnel,
inutilità e danni delle grandi opere” promossa da Legambiente
ad Arquata Scrivia, comune interessato dal contestato progetto del
Terzo Valico dei Giovi. Un'opera figlia del “sistema Incalza”
dall'inizio alla fine: senza gara, senza controlli, con immensi costi
pubblici e guadagni privati. Un'infrastruttura di 53 chilometri, di
cui 39 in galleria, dal costo cresciuto negli anni di ben otto volte
e stimato oggi in oltre 6,2 miliardi di euro: 115 milioni di euro al
chilometro completamente a carico dei contribuenti.
“Quello del Terzo
Valico, come quello della Tav in Valsusa, sono progetti insensati dal
punto di vista dell'utilità rispetto agli studi sul flusso delle
merci e rispetto al sottoutilizzo e alla completa disattenzione per
le linee storiche –dichiarano Edoardo Zanchini e Fabio Dovana,
rispettivamente vicepresidente nazionale di Legambiente e presidente
di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Dopo gli scandali di
questi giorni chiediamo al Governo di fermare immediatamente i
cantieri delle grandi opere e di ripensare l’elenco delle
infrastrutture strategiche su basi oggettive, dando priorità alla
mobilità urbana, locale e pendolare che rappresenta più dell’80%
di tutti gli spostamenti. Occorre tornare ad investire seriamente sul
trasporto ferroviario pendolare e al contempo ridurre la quota di
trasporto merci che viaggia su gomma mettendo
ordine nel calderone delle accise e investendo seriamente nella
logistica e su progetti, magari più piccoli ma integrati, che
risolvano problemi di congestione e di connessione”.
Legambiente traccia in
cinque punti la via di uscita dal sistema delle grandi opere,
partendo innanzitutto dall’abolizione della Legge
Obiettivo, provvedimento che ha
connotato il dibattito politico nell’ultimo decennio e che ha
cambiato profondamente la visione del tema infrastrutturale nel
nostro Paese. Un provvedimento nato per far ripartire la costruzione
delle opere pubbliche in Italia dopo Tangentopoli e per fermare (i
tante volte ricordati) veti da parte di Enti Locali e ambientalisti,
che ha portato invece a investimenti sbagliati, deregulation dei
procedimenti autorizzativi, lievitazione dei costi e ritardi nei
lavori. Una legge che ha visto nella costruzione di nuove strade,
autostrade e grandi opere la priorità infrastrutturale,
dimenticandosi del trasporto pendolare e dei grandi nodi urbani, in
cui si concentra la domanda di mobilità e la produzione di CO2 e di
inquinanti atmosferici. Per Legambiente bisogna poi fermare
immediatamente i progetti e i cantieri di grandi opere inutili
come il Terzo Valico e l'alta velocità Torino-Lione, ed azzerare i
finanziamenti pubblici alle autostrade, a maggior ragione dopo il
fallimento annunciato della BreBeMi. L’obiettivo per l’associazione
ambientalista deve essere quello di liberare risorse per un serio
rilancio del trasporto ferroviario
pendolare che porti al raggiungimento
di 5 milioni di cittadini trasportati nel 2020 (dagli attuali 2,7
milioni), con un programma decennale che preveda almeno 300 milioni
di euro di risorse statali l’anno per l’acquisto di treni
regionali. Per ottenere invece una riduzione di almeno il 20%
della quota di trasporto merci che viaggia su gomma,
Legambiente propone al Governo Renzi di mettere ordine nel sistema
delle accise dei trasporti (dove solo le agevolazioni per
autotrasporto, aerei e navi, agricoltura valgono oltre 5,6 miliardi
di euro ogni anno) e di investire seriamente nella logistica e
nell’offerta di servizi efficienti, concorrenziali e integrati,
avendo il coraggio di tagliare opere faraoniche puntando invece su
piccoli interventi efficaci. Infine, anche alla luce degli
ultimi fatti di cronaca, per Legambiente è necessario cancellare
il general contractor, vietare i subappalti nei cantieri
ed intensificare i controlli attraverso commissioni
di controllo specifiche.
“Ogni
giorno che passa e ogni metro in più costruito sono soldi sottratti
alle vere priorità d'investimento –sottolinea Paola
Lugaro, presidente del circolo di Legambiente Val Lemme-.
In particolare, per quanto riguarda il Terzo Valico, occorre
procedere rapidamente alla nomina del nuovo Commissario Straordinario
in sostituzione di Valter Lupi con il compito di decommissionare
l’opera ed avviare rapidamente la risistemazione del territorio e
la chiusura definitiva dei cantieri. I denari già stanziati siano
dirottati al potenziamento del trasporto pendolare, alla sicurezza
del territorio, vera emergenza del Paese, e al sostegno delle
economie locali, con la messa in pratica di politiche di sviluppo di
attività sostenibili e portatrici di occasioni lavorative di
qualità”.
5
punti per uscire #fuoridaltunnel della corruzione e delle grandi
opere inutili e dannose
Ufficio stampa Legambiente
Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806
www.legambientepiemonte.it
– www.facebook.com/legambientepiemontevalledaosta
Mai più sentenze Eternit!
La Camera approvi il Ddl sugli ecoreati approvato al Senato, senza cambiare #neancheunavirgola!
Dillo anche tu, manda un'email ai deputati > www.legambiente.it/chi-inquina-paghi
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